Cooperazione e conflitto sono fenomeni presenti principalmente in contesti di gruppo in cui i diversi attori, portatori di diverse istanze e volontà, possono trovarsi in contrasto o collaborare.
Ma quali sono i vantaggi del comportamento cooperativo? Una antica parabola indiana può illuminarci…
Un sant’uomo ebbe un giorno da conversare con Dio e gli chiese: «Signore, mi piacerebbe sapere come sono il Paradiso e l’Inferno».
Dio condusse il sant’uomo verso due porte. Ne aprì una e gli permise di guardare all’interno.
C’era una grandissima tavola rotonda.
Al centro della tavola si trovava un grandissimo recipiente contenente cibo dal profumo delizioso. Il sant’uomo sentì l’acquolina in bocca.
Le persone sedute attorno al tavolo erano magre, dall’aspetto livido e malato. Avevano tutti l’aria affamata.Avevano dei cucchiai dai manici lunghissimi, attaccati alle loro braccia.
Tutti potevano raggiungere il piatto di cibo e raccoglierne un po’, ma poiché il manico del cucchiaio era più lungo del loro braccio non potevano accostare il cibo alla bocca.Il sant’uomo tremò alla vista della loro miseria e delle loro sofferenze. Dio disse: «Hai appena visto l’Inferno».
Dio e l’uomo si diressero verso la seconda porta.
Dio l’aprì. La scena che l’uomo vide era identica alla precedente.
C’era la grande tavola rotonda, il recipiente che gli fece venire l’acquolina. Le persone intorno alla tavola avevano anch’esse i cucchiai dai lunghi manici.Questa volta, però, erano ben nutrite, felici e conversavano tra di loro sorridendo.
Il sant’uomo disse a Dio: «Non capisco!»
È semplice, rispose Dio, essi hanno imparato a nutrirsi gli uni con gli altri! i primi, invece, non pensano che a loro stessi…
Sono molti gli studi in psicologia sociale (ma anche nell’ambito di molte altre discipline come l’antropologia, l’economia, le neuroscienze o l’etologia!) che hanno indagato le ragioni e i meccanismi alla base delle tendenze alla cooperazione.
Sembrerebbe che gli ambienti caratterizzati da relazioni stabili e frequenti favoriscano il comportamento cooperativo.

Pensiamo a una squadra sportiva, a un team in azienda o a un gruppo di studio a scuola o all’Università.
Lì dove prevalgono la fiducia, l’equità e l’interdipendenza positiva tra membri, sarà più facile raggiungere gli obiettivi comuni di risultato e/o di apprendimento (si pensi al filone di ricerche sul cooperative learning). Non solo. Attraverso la cooperazione, più che con la competizione, si favorisce il miglioramento delle performance individuali e si promuove l’eccellenza in quanto si fa leva su motivazioni intrinseche legate al piacere e alla gratificazione che si traggono dal credere in ciò che si fa!
Ecco quindi che l’abilità di un leader – imprenditore, manager, coach o insegnante che sia – sta nel costruire una squadra affiatata che “funziona” insieme. Non solo riuscendo a individuare le persone giuste, ma soprattutto motivandole e sostenendole affinché si configurino come un’entità unica che condivide una finalità ben precisa ricca di significato nella mente di ciascuno.
In tal senso, la formazione psicologica e lo sviluppo di soft skill per queste figure chiave rappresenta un valore aggiunto che consente di far bene il proprio lavoro, ottenendo successi e soddisfazioni. E magari – questa volta sì! – un vantaggio competitivo nel proprio mercato o ambiente di riferimento.
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