Quando una persona prende in considerazione l’idea di rivolgersi ad un terapeuta?
Solitamente in seguito ad un trauma (o una crisi) o comunque dopo un cambiamento non desiderato nella proprio vita.
Oppure quando il nostro corpo (malgrado la forza di volontà) non riesce più a gestire il malessere interiore e lo trasforma in una sintomatologia evidente. Ossia fino all’insorgere di un disturbo psicologico conclamato (depressione, insonnia, ansia, attacchi di panico, disturbi alimentari… e molto altro).
Molti di noi terapeuti, cercano di professare la prevenzione, ma non è così semplice.
Certo i dentisti, gli oncologi, e gli altri professionisti sanitari, non fanno difficoltà a convincere gli individui dell’importanza della prevenzione, per evitare malattie gravi ed irreversibili.
Ma allora perché gli psicoterapeuti non riescono a far passare il concetto che è fondamentale lavorare su sé stessi? Perché è difficile comprendere che, alla stregua delle patologie fisiche, i malfunzionamenti interiori portano comunque a stare male a lungo termine, se non si correggono?
Processi caratterizzati da schemi interiori meccanici e ripetitivi. Forze interiori specializzate (addestrate nel corso della nostra intera vita) preposte ad impedirci di vedere dentro di noi, per comprendere la nostra realtà interna. Costruiamo un’esistenza intrisa di illusioni (o menzogne). Siamo i peggiori ingannatori di noi stessi, perché diveniamo estremamente abili a raccontarci le cose come vorremmo che fossero anziché iniziare un percorso di crescita interiore che ci porti ad accettare le cose così come sono. Un po’ come se il nostro smisurato Ego cercasse di adattare il Mondo alle nostre esigenze anziché accettare con serenità quella parte di vita che non possiamo cambiare. Ebbene la risposta potrebbe apparire provocatoria…ma potrei dire che dal mio punto di vista è spesso così. Perché cresciamo con degli schemi educativi basati prevalentemente sulla nostra componente razional/mentale. Ci riempiamo di regole, di decaloghi di comportamento, di strategie per essere come gli altri ci vogliono, accumulando rancore verso quelle parti di noi stessi che non collimano con tali aspettative. E qui prende origine il germe del proprio personale malessere interiore, che poi, a seconda di quanto abili diventeremo a seppellirlo nella parte più profonda di noi, si farà sentire nel corso della vita. Iniziamo a costruire il personaggio che andremo a interpretare durante la nostra intera esistenza, identificandoci interamente in esso, alienandoci dal nostro Essere e dal nostro Sentire Autentico. Non è certo un percorso semplice, perché significa destrutturare un ammasso granitico, quale è la nostra personalità, consolidata e rinforzata nel corso degli anni. Ma i risultati che si raggiungono sono talmente soddisfacenti da legittimare un tale impegno. Naturalmente questo tipo di percorso può prendere vita solo a fronte di una autentica accettazione del proprio malessere e soprattutto dopo un’attenta analisi della realtà che ci circonda e che abbiamo co-costruito. Qualcuna di queste si getta. Altre si inizia ad utilizzarle nel modo corretto. Altre ancora ci si accorge che in realtà non sono nostre, ma appartengono a qualche figura educativa che abbiamo incontrato nel corso della nostra vita, per cui possiamo restituirle al mittente. Un riordino che ci pone in modo spietatamente AUTENTICO davanti a noi stessi e al mondo, e che ci porta sulla strada della guarigione. Spero che questo articolo abbia mosso in qualcuno di voi, la voglia di iniziare ad esplorare, perché credetemi, non esiste nulla di più meraviglioso al mondo del viaggiare dentro sé stessi, conoscersi ed accettarsi come si è, con tutti i propri cosiddetti limiti o difetti. E allora non mi resta che augurare buon viaggio a tutti gli esploratori!!!Leggi l'articolo completo
Quando i pazienti arrivano da me, molto spesso “il danno è fatto”. E’ accaduto qualcosa di molto grave che ha distrutto le loro vite e la loro serenità interna. Quello che io cerco di spiegare è che quel “crollo” non è nient’altro che l’accumularsi di anni di ripetizioni e consolidamento di schemi interiori disfunzionali. Dal mio punto di vista, nulla accade realmente all’improvviso come frutto del caso, tutto quello che ci succede in realtà è sempre il risultato di processi ben definiti e consolidati nel tempo.
Ma allora siamo tutti dei potenziali pazienti?
Nella psicologia introspettiva che io esercito, si interviene certo, quando le persone stanno male, ma si cerca anche di lavorare preventivamente in modo da evitare questi epiloghi così pesanti. Si intraprende un percorso di ricerca per “correggere” gli schemi che non ci portano a stare bene, sostituendoli con altri, più produttivi e vincenti.
Vediamo qualche suggerimento “tecnico” che vi propongo per entrare in un percorso di esplorazione interiore:
Sarà un po’ come decidere di riordinare la vostra cantina interiore, si prendono in mano le cose “vecchie”.
L’obiettivo rimane quello di avvicinarsi alla propria personale e unica Guida interiore.
Una Guida che conducendoci ad un reale Contatto e alla Consapevolezza, ci porterà a trasformare anche il nostro mondo esterno, perché quando l’equilibrio viene da dentro, l’esterno di riflesso si armonizza e si pacifica.
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